La presente (aggiornamento 30 marzo 2020; si mantengono questa pagina e le successive per la ricostruzione storica) situazione emergenziale genera straordinarie opportunità e altrettanto gravi rischi. Tenendo alta la guardia nei confronti dei secondi, cerchiamo di cogliere appieno il potenziale trasformativo delle prime. L’Umanità dell’Antropocene si trova davanti a un’occasione cruciale, storica: riflettere sugli errori commessi sul piano economico, politico, sociale, esistenziale. Suona la sveglia offerta dalla Natura stessa. Gli effetti del riscaldamento globale, nonostante la loro vertiginosa accelerazione, risultavano, forse, troppo lenti per un essere ormai avulso da una armonica relazione ecosistemica. Quasi impercettibili e inoffensivi se rapportati all’immediato presente. Troppo permeabili a meccanismi di difesa, consci e inconsci, di colpevole resilienza nelle perniciose e inveterate abitudini.
Al contrario, la drammaticità e l’universalità delle conseguenze della pandemia impongono prese di coscienza e cambiamenti immediati. Il cielo, i fiumi e i mari tornano in molti luoghi repentinamente azzurri, prefigurando un avvenire radioso. Gli esempi di solidarietà umana, spesso eroici, testimoniano la possibilità di relazioni disinteressate e autentiche con l’Altro. Se su metà dell’orizzonte splende un novello sole, sull’altra si addensano invece le nere nubi della paura, della guerra e della morte, frammiste al pallido grigio delle nubi del conformismo e dell’ignavia. La scelta di ognuno di noi concorrerà a quella dell’intera Umanità. Un critico e cauto ottimismo, una fiduciosa speranza, ancor più che ragionevoli, appaiono imprescindibili.
In tale contesto, in primo piano si staglia il ruolo dell’Educatore. Già chiamato in prima fila dall’Agenda 2030 dell’ONU. Se i processi trasformativi dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile e dell’Educazione alla Cittadinanza Globale richiedevano e richiedono risposte pronte per conseguire i risultati attesi, configurando però un arco temporale relativamente disteso, ancora una volta va sottolineato come l’arruolamento, nel contesto pandemico, è semplicemente istantaneo. Non c’è quasi tempo per decidere. Si deve andare al fronte, impegnati in un conflitto sconcertante e disorientante.
Questa sfida educativa affascinante e drammatica si gioca in primo luogo sul piano della Didattica a Distanza (DAD). In un paese relativamente avanzato come il nostro, l’educatore deve evocare quasi dal nulla confacenti strumenti e metodologie. I docenti, molto meno giovani e flessibili dei propri studenti, devono impadronirsi delle formule alchemiche per operare autentici miracoli. Peraltro non sono obbligati da nessuno, salvo che dal proprio senso di responsabilità e dalla propria funzione docente.
Numerosi docenti, sebbene impegnati in atti meno eroici di quelli dei medici, degli infermieri e di altre categorie particolarmente esposte, combattono questa battaglia non facile, 7-8 ore al giorno (festivi compresi) davanti al PC. Altri sperimentano un profondo senso di inadeguatezza, specie sul fronte metodologico.
Alla luce di tale contesto, cerchiamo di dare qui un piccolo contributo, un minimo ed essenziale orientamento. Il Dodecalogo DAD stilato da Francesco Bearzi, mirato soprattutto alla scuola secondaria di II grado, già adottato da alcuni Istituti, intende offrire un indirizzo propedeutico calato nella presente situazione, nel rispetto della diversità degli stili didattici. Salvatore Colazzo si confronta con considerazioni più generali circa i rischi e le opportunità del digitale. Prezioso infine, per impostare la DAD, il documento SIREM, che però si rivolge alla scuola in termini generalisti. I contenuti esposti nella presente e nelle seguenti webpage sono stati successivamente approfonditi, rielaborati e pubblicati su “Nuova Secondaria” nel settembre 2020.
Ricordiamo che tale impostazione non può che essere assai diversa in relazione agli specifici ordini e gradi di istruzione. Limitandoci qui ad alcuni essenziali cenni e semplificando molto, nella scuola dell’infanzia e primaria si tratta di una straordinaria occasione per stimolare dinamiche di corresponsabilità educativa e per il recupero della funzione educativa da parte dei genitori, sempre più smarrita negli ultimi anni; è importante che gli insegnanti offrano indicazioni molto chiare e strutturate ai genitori, mantenendo la presenza affettiva e il senso di comunità con i bambini (orientativamente almeno 2-3 video o audiolezioni a settimana di circa 30 minuti). Nella scuola secondaria di II grado, al contrario, si tratta di una straordinaria occasione per sviluppare dinamiche più marcatamente learner-centered. Più complesso e sostanzialmente borderline il discorso nella scuola secondaria di I grado. In tutti gli ordini e i gradi, però, il percorso DAD deve poggiare su un patto formativo. Tale patto i docenti lo stringono nella scuola dell’infanzia e primaria in primo luogo con i genitori, nella scuola secondaria di II grado in primo luogo con gli studenti.
Quale ruolo può svolgere la metodologia didattica New WebQuest in tale contesto?
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