Cerchiamo di spiegare in termini semplici e immediati in cosa consiste NWQ, consapevoli che solo una presentazione più distesa consentirà di apprezzarne appieno natura e potenzialità.
In un’attività NWQ, orientata all’ideale regolativo di trasformare la scuola in una comunità creativa di ricerca, sono impegnate una o più classi, idealmente un intero plesso o un intero istituto, che in un Progetto Continuità possono interessare diversi ordini e gradi di istruzione (scuola primaria e scuola secondaria di I grado; scuola dell’infanzia e scuola primaria, ecc.).
Ogni classe si articola in una costellazione di microcomunità creative di ricerca, ognuna composta da gruppi di pari (4-6 studenti) e da uno o più docenti-facilitatori. Nel caso della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, i genitori esercitano naturalmente un ruolo molto importante e sono parte integrante della comunità, come vedremo meglio più avanti.
Ogni microcomunità, ripensando e ristrutturando l’iniziale proposta del facilitatore, co-definisce un progetto/compito creativo, pragmatico e/o euristico (un intervento sociale o ambientale, un bene materiale e/o immateriale messo a disposizione della comunità cittadina, un dispositivo tecnico innovativo, un’opera multimediale, un copione teatrale, un testo narrativo digitale, una ricerca scientifica, ecc.), che si sente fortemente motivata a realizzare, con ampi margini di autonomia.
Idealmente, i progetti delle singole microcomunità sono interdipendenti, o quantomeno convergono in un disegno finale sinottico, che coinvolge l’intera comunità-classe/i o ancor meglio l’intera comunità-Istituto.
Ciascuna microcomunità organizza comunque in termini sostanzialmente indipendenti il processo dell’attività, in modo da concretizzare il proprio piano in tempi definiti, con l’utilizzo di una vasta gamma di risorse già a disposizione o acquisibili. L’artefatto finale cerca di superare l’orizzonte autoreferenziale del compito scolastico, ambendo alla pubblica fruizione.
L’attività, integrando i principi del cooperative learning con quelli del complex learning, prevede che gli incontri dei gruppi di pari si svolgano tanto in presenza (per lo più in sede extrascolastica) quanto a distanza.
In quest’ultimo ambiente, le microcomunità comunicano e costruiscono mediante ICT, applicazioni Web-based (social network, instant messaging, app di scrittura collaborativa, di creazione ed editing di video, wiki, blog, e-mail, canali video, servizi di file hosting e file sharing, ecc.) e vario software.
Gli studenti utilizzano gli strumenti che ritengono idonei ai loro obiettivi, prediligendo quelli di impiego abituale e testando quelli eventualmente proposti dal facilitatore. Le tecnologie assumono principalmente il ruolo di amplificatori della cooperazione e della comunicazione interpersonale, di mediatori tra il mondo scolastico ed extrascolastico, di facilitatori per la realizzazione del progetto.
L’ossatura di un efficace e fecondo ambiente cooperativo si costruisce però grazie agli incontri extrascolastici in presenza (soprattutto nelle case più accoglienti e disponibili dei pari, ma anche nelle biblioteche, al bar, in tour…), che costituiscono una elementare quanto decisiva innovazione.
La durata di una tipica attività NWQ, Long Term, copre almeno un paio di mesi, per favorire l’attivazione di significative dinamiche di interdipendenza positiva. Sono però decisamente funzionali anche applicazioni più agili, Short o Medium Term NWQ (1-2 settimane; 3-6 settimane). I tempi di lavoro in classe sono piuttosto limitati, a partire dal terzo anno della scuola secondaria di I grado; più estesi quelli extrascolastici in presenza e a distanza. Tendono invece ad essere più cospicui nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e nei primi due anni della scuola secondaria di I grado.
Gli incontri extrascolastici sono intervallati da momenti di riflessione sulla prassi, nel corso e soprattutto a margine delle ore curricolari, che consentono al facilitatore di seguire l’andamento dei lavori e fornire feedback (operazione che può svolgersi anche attraverso il Web, a patto di rispettare la sostanziale autonomia dei processi relazionali dei gruppi di pari).
Nel corso e alla fine del processo creativo e di ricerca, l’intera comunità auto-valuta le dinamiche collaborative e di costruzione della conoscenza, la qualità dell’artefatto realizzato e il valore prospettico dell’intera attività svolta. L’auto-valutazione degli studenti, confrontandosi con l’etero-valutazione operata dai facilitatori, produce quindi un giudizio co-valutativo, che interessa due piani complementari: collettivo e individuale. La stessa attività di facilitazione del docente viene co-valutata.
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