Il processo sperimentale è stato condotto, sin dall’inizio, in un contesto di ricerca-azione e in una prospettiva trasformativa.
Nell’a.s. 2012-13 inizia la pre-sperimentazione di New WebQuest nei Licei, ambito originale di applicazione della metodologia didattica.
Negli a.s. 2013-14 e 2014-15 si perfeziona il modello di base, esposto successivamente nella prima monografia edita (2017). Pur concentrandosi sulla scuola secondaria di II grado, tale modello continua a rappresentare il punto di riferimento di tutti quelli in seguito messi a punto per rispondere alle specifiche situazioni educative dei vari ordini e gradi di scuola.
Nell’a.s. 2015-16, inizia la sperimentazione di New WebQuest negli Istituti Tecnici e Professionali. Molte delle principali specifiche applicative della metodologia didattica per questi indirizzi sono già presenti, sebbene a margine, nella succitata monografia.
Nell’a.s. 2016-17 inizia la sperimentazione di New WebQuest nella Scuola Primaria e nella Scuola Secondaria di I grado, che costituiva una grande sfida pedagogica, in quanto il modello di base era germinato nella scuola secondaria di II grado e non sembrava affatto semplice adattarlo alle esigenze evolutive dei bambini (e dei pre-adolescenti). La sperimentazione poteva però contare su un biennio di riflessioni teoriche pregresse, incentrate su un nuovo schema tripolare della comunità creativa di ricerca, che vi includeva anche i genitori. Già il primo anno di applicazione della metodologia, con un campione di 257 bambini e 24 docenti, rivelava che il modello funzionava addirittura meglio di quello originariamente elaborato per la scuola secondaria di II grado. Anche nella scuola secondaria di I grado si registravano risultati decisamente notevoli, che si confermavano e corroboravano nell’a.s. 2017-18.
Nell’a.s. 2018-19, oltre a proseguire la sperimentazione di New WebQuest in tutti gli ordini e gradi di scuola sopra menzionati, inizia quella nella Scuola dell’Infanzia, conseguendo ottimi risultati, seppur con un piccolo campione.
Una delle più importanti acquisizioni di questa settima annualità di sperimentazione è consistita nel consolidamento di un dato che ha scardinato definitivamente la logica originaria dell’applicazione della metodologia nella singola classe (di scuola secondaria di II grado). Soprattutto nella scuola primaria, le potenzialità trasformative della metodologia didattica si dispiegano pienamente coinvolgendo olisticamente un plesso o un istituto, provocando l’intera comunità dei facilitatori a co-definire un compito e co-definendo i gruppi di progettazione oltre gli schemi dei team convenzionali, se possibile anche in termini di progetto continuità. La co-definizione dei gruppi di pari e del compito si sono dunque trasferiti dalle microcomunità creative di ricerca agli stessi team di progettazione, agli stessi docenti-facilitatori, venendo meno ogni vincolo convenzionale del sistema, incrementandosi l’autodeterminazione e la libertà dell’educatore. Il compito, infine, ha cominciato a orientarsi più spiccatamente verso gli obiettivi dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile e dell’Educazione alla Cittadinanza Globale.