Le riflessioni di Sofia Rivera

Sofia Rivera – Ph.D. – Docente nella Scuola Secondaria di II grado

Un ambiente di apprendimento è composto dal “soggetto che apprende” e dal “luogo” in cui agisce, usa strumenti, raccoglie e interpreta informazioni, interagisce con altre persone. Wilson 1996 (1).

La pervasività della tecnologia ha dato progressivamente impulso negli ultimi decenni ad uno shift metodologico con imponenti ricadute nel luogo di formazione per eccellenza, la scuola. Sono cambiate, inevitabilmente, le stesse idee della conoscenza e della declinazione dei saperi, chiamate ad essere riformulate e adattate alle nuove istanze sociali, europeiste e ontogenetiche. Per fronteggiare la rapida obsolescenza dei saperi occorre attivare la modalità di pensiero creativo e occorre concepire l’apprendimento senza prescindere dalla concezione delle abilità multiple. Come già osservava Jacques Delors: «Più che mai, il ruolo fondamentale dell’educazione sembra essere quello di dare agli individui la libertà di pensiero, di giudizio, di sentimento e d’immaginazione di cui essi hanno bisogno per poter sviluppare i propri talenti e per rimanere per quanto è possibile al controllo della propria vita». (2)

Le argomentazioni sviluppate in New WebQuest, a partire dalla Presentazione di Piergiuseppe Ellerani fino ad arrivare alla parte seconda del volume, conducono alla progressiva opera di trasformazione e ad assimilare il fatto che l’apprendimento per scoperta riesce ad essere più funzionale del consueto apprendimento per trasmissione docente-studente. Nella metodologia New WebQuest emergono in piena luce, nella loro essenza, la forza sinergica del gruppo e la creatività. In questa prospettiva un nuovo ruolo viene rivestito sia dagli insegnanti che dagli studenti. Le classi tradizionali si evolvono in comunità che apprendono: gli allievi, concordando con il docente-facilitatore discorsi, il progetto, le pratiche, gli scopi e le conoscenze, sono incoraggiati a porre questioni, a generare ipotesi, a ricercare fonti e a verificarne insieme la validità. Tale interazione trasforma la classe in una comunità di ricerca anche pragmatica, al cui interno i ragazzi, oltre a sperimentare conoscenze, tecniche e procedure, apprendono anche modi, vivono relazioni sociali ed esperiscono pratiche collaborative. È così che la scuola potrebbe riuscire finalmente ad essere «relazione», ovvero trasmissione di «qualcosa che non è mai la stessa», offendo a noi insegnanti l’opportunità di cambiare e di crescere insieme a loro. «Non si partecipa alla vita dei ragazzi facendo i ragazzi, ma guidandoli verso la vita. Questo è fare il maestro: cresco io, crescono anche loro. Una cosa che si fa insieme» (3).

L’idea che gli studenti diventino realmente artigiani nel processo di insegnamento e apprendimento, soprattutto quando sono loro, e non unicamente l’insegnante, ad assumere un ruolo centrale, risulta altamente convincente. Non è da sottovalutare il dato che, in special modo durante il percorso della Scuola Secondaria Superiore, un adolescente potrebbe non essere consapevole della dotazione che ha, oppure potrebbe credere di non detenerla affatto. È molto frequente che gli studenti canalizzino la forza creativa tipica della loro età per distruggere, anziché per edificare: è un altro modo per conoscersi e per vedere quanto la realtà può loro resistere. New WebQuest tende a generare attività laboratoriali che arrivano a soddisfare anche tali casi, poiché è possibile perseguire progetti di ricerca che consentano l’abbassamento dei filtri affettivi, promuovano la concertazione tra pari e un approccio creativo altamente stimolante, che si sviluppa con naturalezza e spontaneità.

Per favorire la scoperta e l’apprendimento attivo è necessaria, dunque, la centralità dell’alunno, che si dedica alla ricerca in collaborazione con un gruppo che insegue la scoperta, la conoscenza, lo schiudersi di nuovi contenuti e lo sviluppo di un pensiero complesso.  A sostegno di questo, restano fondamentali le osservazioni sulla creatività di Guilford (4): il pensiero divergente, inteso come stile di pensiero che genera diverse soluzioni possibili ad un problema, sottende il processo creativo e lo alimenta. Sviluppare la creatività in seno al pensiero divergente significa crescere lo spirito critico che permette di analizzare e valutare le possibili e alternative soluzioni per un dato problema, riconoscendo connessioni originali tra pensieri e oggetti, suggerendo innovazioni e cambiamenti, modellando le conoscenze acquisite ai vari e differenti contesti che si presenteranno nel corso della vita. La creatività si pone dunque come un fattore adattivo per il singolo studente, per il cluster di appartenenza e per l’intera comunità cooperante.

Se assumiamo il termine “creatività” come equivalente del potenziale umano – considerando di implementare proprio l’attitudine creativa e divergente dei nostri giovani allievi – possiamo osservare che, quando si definisce “creativa” una persona, si parla della creatività come di un “abito” (5). Questo vuol dire che tale individuo riesce a vedere le cose da un punto di vista personale; sa procedere con le proprie forze, capacità, possibilità; affronta la vita con spirito di ricerca, con atteggiamento coraggioso di fronte al rischio, alla sofferenza, all’insuccesso; sa vivere con se stesso e in relazione con quanti hanno avuto o hanno un peso determinante nella sua vita, nella sua stessa formazione.

Promuovere l’apprendimento e la ricerca basandosi su un approccio evidence based, come contemplato dalla metodologia New WebQuest, prevede la pianificazione di attività che abbiano come caratteristiche: un obiettivo comune per il gruppo classe; la comprensione e stimolazione del pensiero dell’alunno (investendo la sua persona di ruoli che offrano l’opportunità di mutuare il compito svolto con i pari); un’azione educativa fondata sulla valorizzazione degli interessi di ogni singolo studente, sollecitando in tutti (docenti inclusi) la curiosità e il desiderio di imparare al di là dei canoni. Una così articolata sollecitazione di processi di apprendimento complessi promuove negli studenti un sapere non per semplice acquisizione dall’esterno, bensì per rielaborazione e per scoperta, l’apertura al pensiero divergente, abduttivo, all’originalità. L’ancoraggio del progetto educativo nelle dinamiche del quotidiano e la sua ricaduta nella realtà nobilitano inoltre tale processo di ricerca cooperativa.

L’educazione tradizionale ha tenuto in relativa considerazione le leggi dello sviluppo individuale e ha tenuto in conto soltanto alcuni aspetti dello sviluppo (con particolare riferimento ad alcune abilità), sottovalutando il carattere organico e interdipendente dei diversi processi e dei diversi aspetti dell’attività cognitiva e metacognitiva. Se la classe diventa una comunità di ricerca, allora essa incomincia a modellarsi come un’entità che ha un proprio cuore e una propria mente, un ambiente capace di esprimere le proprie potenzialità educative e di esercitarle su ogni soggetto che entra a farne parte senza coercizione, dato che un ecosistema è, a sua volta, l’insieme organico dei propri abitanti. La classe è comunità se consente la formazione di legami affettivi e di senso di appartenenza, se favorisce assunzione e riconoscimento di ruoli, di identità e di differenze, se aiuta la soluzione di disagi emotivi e relazionali. La classe è ecosistema di ricerca se ha come obiettivo l’affermazione di una relatività scambievole, il rispetto della scoperta e del dialogo euristico.


(1) Wilson B.G. (1996), Constructivist Learning Environments: Case Studies in Instructional Design, Englewood Cliffs (NJ), Educational Technology Publication, p. 5.

(2) Delors J. (1997) Nell’educazione un tesoro. Rapporto all’Unesco della Commissione internazionale sull’educazione per il Ventunesimo Secolo, Roma, Armando, p. 88.

(3) A. D’Avenia, “Corriere della Sera”, 31 ottobre 2020.

(4) Guilford J.P. (1950), Creativity, “The American Psychologist” 5-9, pp. 444-454; trad. it. in A. Beaudot (a cura di), La creatività, Loescher, Torino, 1977.

(5) La Marca A. (2005), Educazione del carattere e personalizzazione educativa a scuola, Brescia, La Scuola.